3736.
(Epigrafia
- Civiltà mesopotamica
- Diritto)
POHL A. - FOLLET R.
Codex Hammurabi transscriptio et versio latina (A. Deimel). Editio tertia denuo retractata
Roma, Pontificium Institutum Biblicum, 1950.
Euro 75,00
In folio, pp. 58, copertina editoriale. Al dorso, qualche piccola menda, ben riparata, e una minima mancanza nella parte superiore. I bordi della copertina e delle pagine del volume si presentano arrossate, a causa del tipo di carta utilizzato.
Il codice di Hammurabi è una stele in diorite, di forma cilindrica, scoperta a Susa da una missione archeologica francese (1901-1902) guidata da Jacques de Morgan e conservata al Louvre.
La stele, alta 2,25 m, reca alla sommità un bassorilievo che rappresenta Shamash, dio del Sole e dio della Giustizia, mentre riceve l'omaggio di Hammurabi. Il codice, redatto in accadico, è scolpito tutt'intorno al monumento lungo trentaquattro fasce orizzontali, in caratteri cuneiformi che si leggono dall'alto in basso. Il testo si divide in tre parti: il prologo, il corpus delle leggi e l'epilogo.
Dettaglio: I. Prologus. II. Leges; Introductio. De incusatore, teste et iudice. 1. De iure proprietatis. a) De furto et rapina; b) De feudiis regis; c) De agris conducendis et damnis in eis ortis; d) De ortis; e) De domibus; f) De mercatore et negotiatore; g) De copa; h) De commendatis et mutuo datis. 2. De iure familiae. a) De calumniatore; b) De contractu matrimonii eiusque solubilitate; c) De proprietate uxoris; d) De sceleribus contra bonos mores; e) De sponsaliis; f) De iure hereditatis. 3. De iure talionis. a) De lege talionis proprie dicta; b) De chirurgo, veterinario, tonsore; c) De architecto domus; d) De mercede et manupretio; e) De servis. III. Epilogus.
Il codice di Hammurabi è un'opera fondamentale per la conoscenza dell'antica civiltà mesopotamica e delle forme remote del diritto, anche se ritrovamenti più recenti ne hanno diminuito l'originalità, rivelandolo una vasta opera sintetica di tradizioni coeve e precedenti, piuttosto che innovatrice.